Crespi d’Adda è quel che resta di un bellissimo progetto di villaggio operaio alle porte di Bergamo. Per chi vive dalle nostre parti, Crespi d’Adda non è una novità visto che rappresenta una delle classiche mete per una gita fuori porta da Milano. Da inizio 2021, però, questo piccolo centro abitato è diventato oggetto di un crescente flusso di visitatori. Merito (anche) di Masterchef: il celebre talent show di Sky ha infatti deciso di portare qui i suoi concorrenti per farli sfidare in una delle sue prove in esterna, garantendo così all’area una visibilità senza precedenti nella sua storia.
Al di là del contributo di Masterchef, visitare Crespi d’Adda è un piacevole salto indietro nel tempo alla scoperta della vita degli operai durante la rivoluzione industriale. Non a caso, nel 1995 questo luogo è stato inserito nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO come uno dei villaggi operai meglio conservati al mondo.
In questo post vi portiamo alla scoperta di cosa vedere a Crespi d’Adda, della sua storia e delle sue curiosità.
La storia di Crespi d’Adda
È impossibile capire Crespi d’Adda senza conoscere la sua storia, per questo ve la vogliamo raccontare. L’origine del villaggio risale infatti al 1876, anno in cui un imprenditore illuminato – Cristoforo Benigno Crespi – acquista 85 ettari di terreno con l’obiettivo di dar vita a una nuova area industriale. Il territorio è infatti strategico: le acque del fiume Adda rappresentano una condizione vitale per la creazione di una fabbrica alimentata a energia elettrica. Per lo sviluppo dell’area, Crespi si ispira ai villaggi operai inglesi. Accanto alla fabbrica, vengono quindi progettate abitazioni per operai e impiegati, una scuola, una chiesa, spazi per il dopolavoro, un ospedale, servizi pubblici e addirittura un cimitero.
La vita a Crespi d’Adda prende ufficialmente il via nel 1878, anno apre ufficialmente la fabbrica: un cotonificio. Da lì in avanti è un susseguirsi di sviluppi che richiamano l’attenzione anche dei reali. Nel 1894, infatti, in visita d’onore arriva nientemeno che la Regina Margherita. L’espansione del progetto porta il nome di Crespi addirittura in politica, con il figlio del fondatore (Silvio Crespi) eletto nel parlamento del Regno d’Italia.

L’esperienza del villaggio operaio dura purtroppo solo una cinquantina d’anni. Sono molti i fattori che portano alla sua fine, ma i motivi più significativi sono di natura economica. La famiglia Crespi iniziò infatti a risentire della crisi economica: le difficoltà finanziarie della fabbrica, il rafforzamento della Lira che frenava l’esportazione e alcuni investimenti sbagliati furono tutte concausa della fine del progetto. Oltre a questo, ci furono poi risvolti sociali con le crescenti tensioni tra gli operai residenti a Crespi d’Adda e quelli in arrivo da fuori, che si sentivano scoraggiati.
Nel 1930, la Banca Commerciale italiana diventa proprietaria del villaggio in parziale compensazione dei molti debiti nei suoi confronti da parte dei Crespi. La fabbrica prosegue la sua attività ancora per alcuni anni, ma soprattutto nel Secondo Dopoguerra, il progetto originale viene definitivamente abbandonato.
Cosa vedere a Crespi d’Adda
Nonostante il villaggio operaio sia molto piccolo, ci sono in realtà molte cose da vedere a Crespi d’Adda. Il modo migliore per scoprire l’area è attraverso una visita guidata: sono prenotabili all’ingresso del paese, nell’info point allestito ad hoc. Le visite guidate costano 6 euro e sono piuttosto frequenti nei weekend.
In ogni caso, se non avete voglia di mettervi in gruppo e preferite procedere da soli, ecco a voi un elenco completo di cosa vedere a Crespi d’Adda.
- Opificio: la prima cosa da vedere a Crespi d’Adda è anche la più antica, l’opificio. Si tratta della fabbrica di cotone intorno alla quale si è sviluppato il villaggio operaio. L’opificio fu inaugurato nel 1878 e per circa 50 anni ha rappresentato il cuore pulsante di Crespi d’Adda. L’ingresso della fabbrica è piuttosto scenico: una serie di cancelli rossi in ferro fanno da cornice alla struttura principale, in mezzo alla quale svetta l’altissima ciminiera.
- Centrale idroelettrica: a pochi passi dall’Opificio e lungo l’argine dell’Adda si trova la struttura che dava energia alla fabbrica, ovvero la centrale idroelettrica. La centrale è ancora oggi visitabile acquistando un biglietto presso l’infopoint.
- Chiesa del Santissimo nome di Maria: all’ingresso di Crespi d’Adda, sulla sinistra, si trova la chiesa del villaggio operaio. Intitolata al Santissimo nome di Maria, la chiesa altro non è che la riproduzione fedele del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, città natale di Cristoforo Benigno Crespi.
- Scuole: con la crescita della popolazione, a Crespi d’Adda si arricchì anche di un comprensorio scolastico per tutte le prime fasi di istruzione dei figli degli operai. L’edificio delle Scuole si trova accanto alla Chiesa del Santissimo nome di Maria e ospita oggi l’infopoint turistico.
- Ospedale: la lungimiranza dei Crespi fu così grande che già nel 1904 Crespi d’Adda fu dotata anche di un vero e proprio ospedale per l’assistenza della comunità locale. Non fosse sufficiente, la famiglia fondatrice del villaggio operaio decise di farsi carico di qualunque spesa sanitaria dei residenti.
- Dopolavoro: il Dopolavoro di Crespi d’Adda chiuse negli anni Venti e rappresentò una valvola di sfogo per gli operai dell’opificio che qui potevano trovare letture e giochi per le ore di relax.
- Castello (Villa Crespi): l’edificio più scenico di Crespi d’Adda è senza dubbio Villa Crespi, nota anche come Castello. Si tratta della residenza che ospitava la famiglia Crespi. Il Castello fu costruito nei primi anni di vita del villaggio con molti richiami ai castelli medioevali e d’epoca. Oggi la Villa è di proprietà del Comune di Capriate San Gervasio ed è sottoposta a vincolo storico.
- Case: una delle caratteristiche di Crespi d’Adda è rappresentata dalle abitazioni dei residenti. Queste erano di tre tipologie: case operaie, case degli impiegati e case dei dirigenti. La differenza tra le varie case è data dal livello di dettagli e dalla qualità dei materiali. Tutte le case sono disposte lungo i viali in maniera molto ordinata, quasi a ricordare una tipica cittadina inglese.
- Lavatoio: la vita di un villaggio operaio di fine Ottocento non poteva essere tale senza un lavatoio. Oggi in disuso, il lavatoio è però ancora perfettamente conservato e dà una giusta idea di cosa era il momento del bucato prima della lavatrice!
- Cimitero: simbolicamente posto alla fine del villaggio come a voler indicare la conclusione di un percorso, il Cimitero di Crespi d’Adda ospita le tombe di chi ha abitato questa zona. Tra le tombe, la più imponente è senza dubbio l’eclettico mausoleo della famiglia Crespi che è riconoscibile anche da lontano per la sua altezza e il suo stile.




Dove si trova Crespi d’Adda
A livello amministrativo, Crespi d’Adda è oggi una frazione del comune di Capriate San Gervasio nella zona più a sud della provincia di Bergamo. In particolare, l’ex villaggio operaio si trova in una posizione particolarmente fortunata per l’industria di un tempo dal momento che copre un territorio in prossimità della confluenza tra i fiumi Adda e Brembo.
Come arrivare al villaggio operaio
Il modo più rapido per arrivare a Crespi d’Adda è in auto, attraverso la A4 con uscita a Capriate. Vi basterà seguire per Trezzo d’Adda fino a imboccare via Crespi. Da qui vi serviranno pochi minuti per arrivare in prossimità di Corso Alessandro Manzoni, la via di ingresso del villaggio.
Un modo alternativo, ma sicuramente più scenico, di arrivare a Crespi d’Adda è invece in bicicletta. Grazie ad una bellissima e comodissima pista ciclabile che parte dal naviglio della Martesana, infatti, potrete arrivare a Crespi d’Adda senza praticamente scendere mai dal vostro sellino.




Dove mangiare a Crespi d’Adda
I luoghi dove mangiare a Crespi d’Adda non mancano. Nell’ex villaggio operaio ci sono infatti un bar, una gelateria e due ristoranti. Si trovano tutti nella zona d’ingresso di Crespi d’Adda, tra Corso Manzoni e Via Progresso. Il bar e la gelateria sono i luoghi ideali per una rapida pausa, mentre i due ristoranti (Dopolavoro e Osteria da Mualdo) fanno anche servizio takeaway.
Curiosità
- Nel 2013, il complesso industriale di Crespi d’Adda è stato acquisito dal presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, che intende trasferire qui la sede delle sue aziende;
- Durante il periodo fascista, il villaggio operaio fu rinominato Tessilia;
- Crespi d’Adda fu il primo paese in Italia con una linea telefonica privata: si trattava (ovviamente) di quella che collegava la casa locale con quella milanese della famiglia Crespi.
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E voi siete mai stati a Crespi d’Adda? Che impressioni avete avuto? Fatecelo sapere nei commenti qui in fondo all’articolo.