“Questa sera c’è il delirio al Maracana!”. Visitare l’Estadio Jornalista Mario Filho, noto come Maracana, era nelle posizioni top della nostra lista di cose da fare a Rio de Janeiro. E, ovviamente, da bravi italiani non abbiamo rinunciato ad un ingresso nel tempio del calcio brasiliano canticchiando la canzone che il rapper Emis Killa ha scritto per celebrare i Mondiali di calcio del 2014. Mondiali tristi per l’Italia (fuori al girone preliminare come nel 2010), ma ancora più tristi per i padroni di casa. La sconfitta per 1-7 con la Germania infranse un grande sogno: vincere il sesto titolo mondiale nel proprio stadio di casa, il Maracana appunto. Un episodio che ricorda molto quanto accaduto già nel 1950, come vi raccontiamo in questo post in cui vi portiamo alla scoperta del Maracana.
Arrivare al Maracana
Lo stadio Maracana si trova nell’omonimo quartiere a nord della città di Rio de Janeiro. Noi lo abbiamo raggiunto in auto. Siamo convinti che questo sia il modo migliore nonché il più sicuro e ci ha offerto anche una grande possibilità. Lungo la strada dal nostro hotel allo stadio, infatti, siamo riusciti a fermarci al Sambodromo, il grande tempio dedicato al Carnevale che dista pochi chilometri da qui.
Il Museo Garrincha
Entrando nel Maracana, il percorso guidato ci porta nel cuore di un museo intitolato a Garrincha (ala del Brasile campione del Mondo 1958 e 1962) ma dedicato alla storia del fùtebol brasiliano. Il museo di per sé non è molto grande, ma comunque abbastanza interessante per farci comprendere maggiormente la passione che il popolo brasiliano – e, in particolare, quello carioca – ha per questo sport. Una passione davvero singolare, come constatiamo in prima persona. Girovagando tra i vari cimeli, ci accorgiamo che quelli più fotografati dai brasiliani sono i ricordi appartenuti a Dejan Petkovic, un calciatore serbo che ha giocato in Brasile all’inizio degli anni Duemila. Singolare per un popolo che ha sfornato campioni del calibro di Pelé, Ronaldo e Neymar. Non trovate?
Entrare in campo al Maracana
Il tour del piccolo Museo Garrincha prosegue negli spogliatoi del Maracana, dove sono esposte le maglie di tutte le squadre della prima e della seconda divisione brasiliana. Un lungo tunnel ci porta quindi finalmente in campo. Dal prato, la visione degli spalti mette davvero soggezione: 78mila posti al coperto e a ridosso del rettangolo di gioco. La nostra guida, però, ci fa venire ancor di più i brividi: al tempo della sua inaugurazione nel 1950, i posti previsti erano addirittura 190mila!
Uscendo, scopriamo poi un’altra curiosità: il prato del Maracana è oggi affittabile per partite private al costo di circa 1500 euro. Considerando un 11v11, non male l’idea di spendere meno di 70 euro a testa per giocare sul campo più famoso del Sudamerica!
I Mondiali del 1950 e il Maracanazo
Sono passati più di 70 anni, ma i brasiliani ancora continuano a non parlare volentieri di quello che accadde al Maracana il 16 luglio 1950: il Maracanazo. D’altra parte, quell’avvenimento rappresenta una delle pagine più nere della storia del Brasile moderno. Già, ma cosa successe al Maracana quel giorno? Lo stadio ospitò l’evento per cui fu costruito, l’ultima partita dei Mondiali di calcio del 1950 ospitati proprio dal Brasile e con i padroni di casa pronti a contendersi il titolo contro l’Uruguay. Per via del particolare format di quell’edizione, al Brasile sarebbe bastato un pareggio per laurearsi per la prima volta Campione del Mondo. Un evento attesissimo da un intero popolo e reso ancora più carico dal cammino imperioso dei verdeoro (al tempo in divisa bianca) in tutta la competizione: 4 gol al Messico all’esordio, 2 alla fortissima Jugoslavia, un pari con la Svizzera, 7 gol alla Svezia e 6 alla Spagna.

La vittoria del titolo, secondo la stampa brasiliana, era ormai solo una formalità. Addirittura, tutti i giocatori brasiliani ricevettero dalla Federazione un orologio con incisa la dedica “Ai campioni del Mondo” proprio prima della partita. Il giorno della finale, in tutta Rio de Janeiro furono organizzate feste e ben 200mila persone assieparono gli spalti del Maracana già dalla prima mattina. La storia della partita, però, disse molto altro. I gol di Schiaffino e di Ghiggia regalarono la Coppa all’Uruguay e al Maracana andò in scena una vera e propria tragedia nazionale. A fine partita si contarano addirittura 34 suicidi e 56 morti d’infarto. Il Governo proclamò 3 giorni di lutto nazionale e quel giorno fu ribattezzato come Maracanazo.
Churchill una volta disse che “Gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come fossero guerre”. Beh, dopo essere stati al Maracana ci sembra proprio che il buon Winston non abbia mai incontrato brasiliani in vita sua.
Oltre il calcio
Oltre al Maracanazo e altre celebri partite, sono stati gli eventi extra sportivi a trasformare il Maracana nella leggenda che è oggi. Pensate infatti che Papa Giovanni Paolo II ha celebrato messa in questo stadio per ben 3 volte, mentre tutte le più grandi leggende della musica mondiale hanno tenuto concerti storici su questo prato. Alcuni nomi? Madonna, i Guns N’ Roses, Sting, George Michael, Paul McCarthy, Frank Sinatra e, ovviamente, la pop star più amata dai brasiliani: Michael Jackson.
Il Maracana oggi
Prima di visitarlo, avevamo letto diversi articoli riguardanti il presunto stato di degrado in cui era ridotto il Maracana dopo le Olimpiadi del 2016. La nostra impressione, invece, è stata tutto sommato di uno stadio mantenuto in buone condizioni. Certo, non si può parlare della classica area attiva 7 giorni su 7, ma comunque nemmeno di un luogo fatiscente. Secondo noi, quindi, visitare il Maracana resta un must do in Rio de Janeiro.
Info utili
Il Maracana ospita oggi le partite casalinghe di Flamengo e Fluminense, le due squadra più popolari e tifate di Rio de Janeiro. I biglietti per le partire di queste due squadre sono generalmente reperibili con una certa facilità. Nei giorni in cui non sono in programma eventi, invece, il Maracana è visitabile dalle 9 alle 17 semplicemente pagando un biglietto, il cui costo è di circa 80 real.
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