Consonno

Consonno: la triste storia della Las Vegas all’italiana

A Consonno l’idea sembrava vincente: dar vita ad una Las Vegas italiana a mezz’ora di macchina da Milano, con casinò, sale da ballo, parchi giochi e tutto quel che serve per divertirsi. Sembrava, appunto, perché Consonno si è presto trasformata nel simbolo di un fallimento imprenditoriale annunciato. Oggi Consonno è una città fantasma in cui la natura sta pian piano riprendendosi quello che la mano incauta dell’uomo le ha indebitamente tolto. Ma è anche un luogo molto interessante per una gita fuori porta alla scoperta di uno spaccato dell’Italia Anni Sessanta in cui tutto sembrava possibile. Noi siamo stati a Consonno e in questo post vi raccontiamo le nostre sensazioni.

Consonno
Il benvenuto a Consonno ce lo dà questa struttura fatiscente e piena zeppa di murales

La storia di Consonno

Le origini

Poche case, qualche fattoria, una chiesa e tanto verde: così il paese di Consonno (Lecco) ha attraversato indisturbato quasi 900 anni di storia italiana. Gli strascichi della Seconda Guerra Mondiale lasciano però in eredità un rapido spopolamento del paese. Dai 300 abitanti iniziali si scende fino a una cinquantina di residenti che iniziano a interrogarsi sul futuro del paese.

Il progetto di Mario Bagno

Le sorti di questo piccolo paese alle porte di Lecco cambiano all’inizio degli Anni Sessanta quando l’imprenditore milanese Mario Bagno decide di costruire qui una “città dei balocchi”. Dopo averlo sognato per molto tempo, Bagno inizia a metter mano al suo progetto nel 1961 finanziando la realizzazione di una nuova strada che colleghi Consonno alla vicina Olginate. L’anno seguente, decide quindi di compiere il passo decisivo: mette sul piatto oltre 22 milioni di lire (una enormità a quel tempo!) e acquista l’intero Comune dalle due famiglie che possedevano la quasi totalità dei terreni.

Consonno la città dei balocchi

In pochi anni, le ruspe abbattono i pochi edifici esistenti – risparmiando solo la chiesa, il cimitero e la casa del cappellano – e inizia la costruzione della Città dei Balocchi. Bagno ordina addirittura di far saltare un pezzo di montagna che, a suo dire, limita il panorama sulla spettacolare vallata sottostante. Giorno dopo giorno vengono cementificate sale da ballo, slot machine, un albergo, ristoranti e molto altro. Il tutto con uno stile quanto più singolare possibile: viene innalzato un minareto adibito a galleria commerciale, una pagoda con un cannone posizionato in cima, un trenino panoramico e fontane a più piani. I turisti iniziano effettivamente ad arrivare ma, insieme a loro, arrivano anche le prime denunce per scempio edilizio.

Le frane e la fine

Prima che la giustizia possa fare le dovute indagini sugli abusi edilizi di Consonno, ci pensa la natura a mettere le cose in ordine. Nel 1966, le abbondanti piogge provocano una prima alluvione, mentre una seconda avviene l’anno seguente. Bagno con la sua impresa riesce a sistemare la situazione entrambe le volte, ma nulla può nel 1976 quando una frana chiude la strada per Olginate, lasciando Consonno abbandonata a sé stessa. Rapidamente i negozi chiudono e i riflettori si spengono su questo paese che per pochi anni aveva attratto anche molti vip. Bagno prova allora un ultimo colpo di teatro nel 1981, lanciando l’idea di trasformare Consonno in un paese per anziani creando una casa di riposo. Fallisce però anche questo e il paese diventa sempre più deserto, tanto che nel 2004 conta solo 6 abitanti. La mazzata definitiva arriva però nel 2007 quando un rave party porta a Consonno oltre mille ragazzi che distruggono tutto ciò che era rimasto del Paese dei Balocchi.

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Fine della festa: la Las Vegas italiana ha definitivamente chiuso i battenti oltre quarant’anni fa

Consonno oggi

Oggi Consonno si presenta come una città fantasma. Il paese è disabitato e gli edifici sono precipitati in uno stato di abbandono e degrado che li rende pericolanti e pericolosi. I cartelli “Consonno è la città più piccola e più bella del mondo” e “A Consonno è sempre festa” – completamente arrugginiti – fanno sorridere ma mai quanto quello che recita “Chi vive a Consonno campa di più”. Più di Consonno certamente! In ogni caso, pur essendo catalogata come ghost town, Consonno non è morta. Grazie ad una Associazione di cittadini e all’impegno di alcuni privati, il paese apre le porte diversi giorni all’anno per eventi e iniziative particolari.

Ogni domenica

Ogni domenica, la vecchia tavola calda di Consonno prende vita sottoforma di bar – il Bar De La Spinadadalle 10 alle 19. E’ questa una buona occasione per visitare il paese con calma e in compagnia, approfittando anche della possibilità, solitamente preclusa negli altri giorni, di arrivarci direttamente in auto.

Pasquetta

Il Bar De La Spinada è aperto anche a Pasquetta, giornata in cui Consonno si anima quasi come ai vecchi tempi. Nella zona antistante la Chiesa, vengono allestiti un mercatino degli hobbisti, lo spazio per la vendita di prodotti tipici del lecchese e vengono contestualmente organizzati diversi eventi durante tutta la giornata.

Festa di San Maurizio

San Maurizio è il santo patrono di Olginate e a lui è dedicata anche la piccola chiesa di Consonno. Per questo motivo, ogni 22 settembre, Consonno riprende vita con una processione che precede una vera e propria festa di paese.

La Burrolata

La Burrolata è probabilmente l’evento più rappresentativo di questa città fantasma. Viene organizzato ogni anno dall’Associazione Amici di Consonno, che gestisce il Bar. L’appuntamento si tiene a inizio ottobre e consiste in una giornata all’insegna di castagne e tanto vin brulè!

Mondiali di Nascondino

Ci sono dei geni (come altro potremmo definire chi ha idee così brillanti?) che si sono inventati il Nascondino World Championship! Cos’è? Si tratta di un vero e proprio torneo mondiale di nascondino che si tiene una volta all’anno. Indovinate dove? Esatto, proprio a Consonno! In occasione dei Mondiali di Nascondino, la città fantasma si rianima con centinaia di persone che giungono qui da ogni parte del mondo per prendere parte ad una enorme edizione del gioco più amato dai bambini.

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A Consonno era stato edificato anche un minareto adibito a centro commerciale

Come arrivare a Consonno

Consonno è raggiungibile a piedi o in bicicletta, mentre alle auto è concesso di entrare nel paese solamente in alcuni giorni dell’anno. Ad oggi, ci sono solo due modi per raggiungere la città fantasma.

Da Olginate

Questa è la soluzione che abbiamo adottato noi. Arrivando a Olginate, si imbocca via Belvedere e la si percorre fino a che non si raggiunge una stanga che impedisce di procedere oltre. Da qui, è possibile proseguire a piedi o in bicicletta attraverso una strada in salita che, in circa mezz’oretta, vi porterà direttamente al minareto di Consonno.

Da Villa Vergano

Questa strada consente di salire a Consonno dalla parte opposta rispetto a quella proveniente da Olginate. Per prenderla, bisogna arrivare ad una svolta posta tra i comuni di Villa Vergano di Galbiate e Colle Brianza. In questo modo si arriverà a circa 1 chilometro da Consonno ma a quel punto bisognerà proseguire a piedi.

Raggiungere Consonno in auto

Come vi abbiamo accennato, in alcuni specifici giorni è possibile raggiungere Consonno direttamente in auto. Già, ma quando? La strada per Consonno viene aperta alle auto tutte le domeniche. In inverno, le stanghe vengono alzate dalle 10 alle 12, mentre in primavera ed in estate vengono alzate dalle 10 alle 19, in concomitanza con gli orari di apertura del Bar de la Spinada.

Chi di voi è stato a Consonno? Che sensazioni avete avuto? Condividetele con noi nei commenti!


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1 commento

  1. Non vedo molta differenza tra natura che fa giustizia o Cielo che punisce dei peccati, come si era detto nel 1618 per la frana di Piuro nel Chiavennasco. Abusi no ce ne dovrebbero essere più di tanto, perché negli anni del boom lo sviluppo era l’unico valore, e il piano regolatore che lo rallentava era detto piano strangolatore. A quei tempi era benefattore chi faceva che si ballasse dove prima si zappava. Proteggere le case contadine sarebbe stato lo stesso che oggi proteggere le aree industriali dismesse

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