Ancora poco battute dal grande turismo di massa, le Filippine si sono presentate a noi come un vero e proprio paradiso naturale che ci ha colti un po’ di sorpresa. Una sorpresa positiva che si è trasformata in due settimane indimenticabili all’interno di un paese davvero bellissimo. Sperando di ispirarvi con l’aiuto anche di qualche foto, vi riepiloghiamo in questo post il nostro itinerario di due settimane nelle Filippine.
Filippine: quando andare
Prima di partire, è bene preparare il proprio itinerario di viaggio nelle Filippine scegliendo con attenzione quando andare. Il meteo in questa parte del mondo è piuttosto capriccioso e potrebbe capitarvi in qualunque momento di ritrovarvi sotto a fortissimi scrosci d’acqua. Per evitare di farsi trovare impreparati, conviene quindi tenere presente che il clima nelle Filippine si divide sostanzialmente in due grandi stagioni: la stagione secca (che va da dicembre ad aprile) e la stagione delle piogge (da giugno a settembre), mentre i mesi di marzo, ottobre e novembre sono solitamente intermedi.
Noi abbiamo viaggiato tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio. E’ stata una scelta piuttosto azzeccata anche se, come al solito, siamo incorsi in qualche giornata di pioggia causa passaggio di un tifone… nella stagione secca!

Filippine: come arrivare
Qualunque itinerario nelle Filippine non può prescindere da una tappa: Manila. La grande capitale è infatti l’unica porta d’accesso al paese per i viaggiatori intercontinentali. L’aeroporto principale di Manila, il Ninoy Aquino International Airport, è servito da moltissime compagnie aeree internazionali. Purtroppo, però, non esistono voli diretti dall’Italia il che ci ha obbligati a dover scegliere una soluzione di volo con scalo.
Dopo aver valutato diverse compagnie, abbiamo scelto di volare con Turkish Airlines, una decisione che si è rivelata azzeccata per la combinazione di tempo di volo e comfort nell’assorbire il fuso orario.
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Manila
La prima fermata del nostro itinerario di due settimane nelle Filippine è dunque la capitale nonché principale città del paese. Ci arriviamo a metà pomeriggio: giusto il tempo di recuperare i bagagli e sbrigare le pratiche d’immigrazione, che siamo già fuori dall’aeroporto alla ricerca di un taxi che ci conduca in albergo. Abbiamo scelto di fermarci qui solo una notte, rimandando la visita della città all’ultimo giorno del nostro viaggio.
Trascorreremo la notte al Picasso Hotel di Makati. Dopo esserci ripresi dal lungo viaggio, usciamo dall’albergo per una passeggiata in quello che è il distretto finanziario delle Filippine. Rimaniamo un po’ stupiti nel vedere la quantità di grattacieli e la folta presenza di multinazionali, ma ciò che ci lascia davvero senza parole è la vivacità della popolazione che di sera popola le piazze e i parchi. Ceniamo in uno dei ristorantini dell’Ayala Triangle Gardens, quindi decidiamo di andare a dormire sul presto: il giorno dopo partiremo all’alba. Destinazione Boracay.




Boracay
La seconda tappa del nostro itinerario di due settimane nelle Filippine è Boracay, nell’arcipelago delle Visayas. Si tratta di un’isola molto particolare: lunga poco meno di 7 km e larga appena 500 metri nel suo punto più stretto, Boracay ha attirato per anni milioni di turisti che ne hanno minato l’ecosistema naturale al punto da portare il governo filippino a decretarne la chiusura per 6 mesi.
Come arrivare a Boracay
Arrivare a Boracay non è proprio immediato. Il nostro volo AirAsia proveniente da Manila ci lascia nel piccolo aeroporto di Caticlan. Qui prendiamo un piccolo van che in pochi minuti ci accompagna al porto dell’isola. Quindi prendiamo una imbarcazione che in una quindicina di minuti circa ci lascia nel porto di Boracay. Infine, un altro piccolo van ci accompagna al nostro albergo.
Abbiamo scelto di pernottare all’Astoria Current Hotel, uno dei pochi hotel oggi nuovamente operativi a Boracay. Si tratta di una buona scelta: siamo a pochi passi dal mare e, soprattutto, siamo proprio nel cuore di White Beach, la spiaggia bianca lunga 4km che rappresenta il vero biglietto da visita dell’isola.




Come vi dicevamo poco sopra, il clima nelle Filippine è sempre pronto a fare scherzi. Arrivati a Boracay, ci troviamo quindi improvvisamente nel mezzo di un tifone che ci fa parzialmente saltare i nostri piani di tintarella.
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In caso di maltempo alle Filippine
Ciononostante, non ci perdiamo d’animo. Per i primi due giorni, il tifone ci consente di addentrarci all’interno dell’isola e scoprire una Boracay ricca di contrasti che solitamente resta nascosta ai turisti. Il terzo giorno, invece, i nostri desideri vengono esauriti: il tifone se ne va e noi riusciamo a goderci il primo mare delle Filippine, tra gite in barca, nuotate e tanto snorkeling! E’ solo l’antipasto di ciò che vivremo nella nostra terza tappa: El Nido, sull’isola di Palawan.
El Nido, Palawan
Per lasciare Boracay, ci tocca ripetere la stessa routine del giorno d’arrivo. Prendiamo quindi il nostro van, poi la barca, un altro van e raggiungiamo nuovamente il piccolo aeroporto di Caticlan. Il nostro volo per El Nido è operato da Air Swift, una compagnia locale che ci ispira davvero poca fiducia. Ci armiamo di coraggio e ci imbarchiamo senza sapere che lo spettacolo che vedremo dall’alto sarà davvero indimenticabile.
El Nido si trova sull’isola di Palawan e ci è sembrata (a ragione) la base più ovvia per esplorare il Bacuit Archipelago, un insieme di circa 500 tra isole e isolette che definire incantevoli è dir poco.
El Nido, Filippine
Arrivati a El Nido, ci trasferiamo subito in albergo. Abbiamo scelto di pernottare a Casa Kalaw, una nuovissima struttura a Lio Beach. Lio Beach è un’area ancora in via di sviluppo che promette di diventare in pochi anni il nuovo polo turistico dell’isola di Palawan. Quest’area sorge a qualche kilometro da El Nido ed è un luogo decisamente tranquillo dal momento che è ancora poco conosciuto.




Ci fermiamo a El Nido per 4 giorni indimenticabili. Durante la nostra permanenza abbiamo esplorato i percorsi dei tour A, C e D, 3 dei quattro itinerari prestabiliti che le barche in legno degli operatori turistici locali hanno il permesso di effettuare ogni giorno. Ammirare la Big Lagoon, la Secret Lagoon e le moltissime spiagge da sogno di questa parte di mondo ci ha convinti che i luoghi da cartolina esistono veramente!
(Ancora) Manila
Dopo aver passato 4 intensi giorni a El Nido, decidiamo di concludere il nostro itinerario di due settimane nelle Filippine dedicando un po’ di tempo alla visita di Manila che dovremo raggiungere anche per riprendere il volo di ritorno verso l’Italia.
A Manila sono attive solamente due guide turistiche riconosciute in grado di parlare italiano. Grazie ad una agenzia di viaggio italiana, riusciamo a entrare in contatto con una di loro che ci accompagnerà alla scoperta della capitale delle Filippine.




Un tempo soprannominata “La Perla d’Oriente”, Manila sembra oggi aver ritrovato il suo fascino e non ha nulla da invidiare alle altre grandi metropoli asiatiche. Gli alti grattacieli, i parchi, il distretto finanziario, la ricca eredità coloniale e il lungomare ci hanno raffigurato una città bellissima ma molto diversa da quella dura e piena di miseria in cui vive la stragrande maggioranza dei suoi oltre 20 milioni di abitanti.
Cosa vedere a Manila
In una giornata a Manila riusciamo a visitare praticamente tutti i principali luoghi di interesse: Rizal Park, la Cittadella, la Chiesa di San Augustin, la Cattedrale Metropolitana, Casa Manila e il Cimitero americano. Un tour completo e non molto stressante che ci sentiamo di consigliarvi: trascorrere un giorno in meno a Manila vi consentirà di godervi di più le meravigliose spiagge filippine!
Con il nostro itinerario di due settimane nelle Filippine abbiamo visto o esplorato circa un centinaio tra isole e atolli. Considerando che l’intero Paese è composto da oltre 7000 isole, siamo convinti della necessità di tornare al più presto per scoprire altri angoli di paradiso.
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