Settimana santa a Vico del Gargano

Vico del Gargano – I riti della Settimana Santa

I riti della Settimana Santa in Puglia sono una cosa seria. Variano di paese in paese, raccontando la storia delle comunità locali e preservano usanze secolari che sono ben lontane dallo scomparire. Tradizione, passione e misticismo si uniscono per celebrare uno dei più grandi misteri della natura umana: la fede. Grazie agli amici di Discomarket e al supporto della Regione Puglia e degli Enti del Turismo locali, abbiamo avuto l’occasione di vivere da vicino quelli di Vico Del Gargano, splendido paesino in provincia di Foggia e considerato tra i borghi più belli d’Italia. Quella che doveva essere una esperienza nuova (la nostra prima volta in Puglia!), si è trasformata in qualcosa di indimenticabile che consigliamo a chiunque almeno una volta nella vita. Appena arrivati a Vico del Gargano, abbiamo capito dalle parole dei residenti che i riti legati alla Settimana Santa sono l’evento più importante dell’anno. Tutto il paese è attraversato da un’aria elettrica che preannuncia qualcosa di eccezionale. Settimana santa a Vico del Gargano Prima di entrare nei dettagli, però, è bene soffermarsi sui  protagonisti di questi riti. La comunità religiosa di Vico del Gargano, infatti, si divide in 5 Confraternite: Arciconfraternita Santissimo Sacramento di Vico del Gargano (che fa riferimento alla Chiesa di San Nicola), Confraternita dei Cinturati di Sant’Agostino e Santa Monica (Chiesa di San Giuseppe), Confraternita di San Pietro (Chiesa di San Pietro), Confraternita di Morte e Orazione (Chiesa del Purgatorio) e Confraternita dei Carmelitani Scalzi di Vico del Gargano (Chiesa del Carmine). Ciascuna di esse è composta da soli uomini, ad eccezione di quella del Santissimo Sacramento che accoglie al proprio interno anche le donne. Il coinvolgimento è però collettivo. Per mesi, le sarte del paese preparano con minuzia e attenzione ai dettagli gli abiti delle statue che verranno portate nelle varie processioni. Negozianti e ristoratori addobbano i propri esercizi commerciali a festa mentre i vichesi residenti in altre regioni, tornano nel loro paese natale per non perdersi nemmeno un secondo di questo incredibile evento. Le celebrazioni della Settimana Santa a Vico del Gargano iniziano il giovedì sera con il rituale dello Schopp. Tutte e cinque le Confraternite accendono nella propria chiesa di riferimento un candelabro con 15 candele che vengono spente una ad una dopo che tutti i confratelli hanno recitato in coro un salmo. Lo spegnimento dell’ultima candela rappresenta la discesa delle tenebre: in quel momento tutti i presenti sbattono ossessivamente mani e piedi, in un momento di panico collettivo, quasi a voler riprodurre il rumore delle calamità naturali che si sono abbattute sulla Terra dopo la morte di Cristo. Settimana santa a Vico del Gargano È solo un preambolo di quello che accade nel giorno del Venerdì Santo che, per la comunità di Vico del Gargano, è il più importante dell’anno: tutto il Paese si raccoglie intorno alle Confraternite e si dedica per oltre 12 ore a canti e processioni. La sveglia suona prestissimo: alle 8 di mattina si parte dalla Chiesa Madre dove le donne del Paese si ritrovano per accompagnare una statua raffigurante la Madonna Addolorata in tutte e 17 le chiese di Vico del Gargano, in una simbolica ricerca del corpo del figlio Gesù. Ad esclusione dei 4 che sorreggono la statua della Madonna, sono davvero pochissimi gli uomini presenti alla processione che si svolge in un clima di rispetto e dolore generale in cui è difficile non immedesimarsi. Terminata la prima processione, partono quelle delle Confraternite. Ognuna ha una sua Madonna, e un suo Cristo, mentre i canti intonati dai partecipanti sono comuni. Per più di 3 ore, centinaia di confratelli camminano per le strade del paese prima di ritrovarsi tutti insieme nel piazzale antistante il Convento dei Frati cappuccini di Vico del Gargano. Quello che più ci colpisce di queste processioni è l’abbigliamento dei partecipanti. Tutti i confratelli (tranne i Carmelitani, che vestono il classico saio), infatti, indossano lunghi camici di lino bianco a cui legano, all’altezza del petto, un cordone a forma di croce il cui colore distingue i vari gruppi. Tutti hanno intorno sul capo un copricapo bianco sul quale pongono una corona di spine di rovi. Ogni processione è preceduta da bambini, vestiti come i confratelli adulti, che portano i simboli della passione cristiana: la croce, i flagelli, la corona di spine, il martello, la tenaglia, la spugna, la lancia e il lenzuolo. Dopo un veloce pranzo, ci si ritira a preparare la seconda parte della giornata. È qui che il senso di festa lascia spazio a quello di dolore, in un misticismo sempre più cupo che coinvolge anche due milanesi come noi che per la prima volta assistono allo spettacolo. Le cinque confraternite si uniscono in un unico corteo, intonando quello che è il canto tradizionale della Settimana Santa: “il Miserere”. Durante il cammino, noi ci spostiamo velocemente tra una confraternita e l’altra provando a scrutare i volti dei confratelli: sono tutti intenti ad intonare i canti della tradizione come in preda a un delirio collettivo che non lascia spazio ad altro se non al dolore per la morte del Cristo. Settimana santa a Vico del Gargano Il corteo procede per le strade di Vico finché non giunge in prossimità della Chiesa del Carmine, in uno spiazzo che i vichesi chiamano ‘il Calvario’. Vi sono disposte cinque croci che rappresentano le cinque confraternite ma anche le cinque piaghe di Gesù Cristo. D’improvviso, tutta la processione si ferma e cala il silenzio. La gente osserva senza aprir bocca. Noi ci guardiamo attoniti, ma non osiamo interrompere questo clima solenne che prosegue finché uno dei tre parroci di Vico del Gargano, prende il microfono e, quando la testa del corteo raggiunge la prima croce, intona una preghiera: “Io ti adoro Santa Croce/duro legno del mio Signore/ io ti adoro con la voce/io ti adoro Santa Croce”. La cosa si ripete per le prime quattro croci. Alla quinta, il cerchio della giornata si chiude: è qui, infatti, che la Madonna ritrova il corpo di suo figlio Gesù. Lo spettacolo, a questo punto, è ancora più singolare: decine di persone si attaccano a quest’ultima croce, ammassandosi una sopra l’altra ma senza mai lasciarla. A questo punto, in preda a una specie di psicosi collettiva, la processione si gira e torna indietro per la strada da cui è venuto, intonando questa volta con grande forza “Evviva la croce”. Il corteo religioso sembra ora una curva da stadio! Tutto procede per circa mezz’ora fino a quando non si raggiunge la piazza del Castello. Qui la folla si divide in due: una parte accompagna la Madonna verso la chiesa Madre da cui era uscita la mattina, un’altra parte invece accompagna il Cristo verso la chiesa di san Giuseppe. Settimana santa a Vico del Gargano Arrivati alla Chiesa di San Giuseppe, si segue il Cristo all’interno. La Confraternita locale, radunata intorno all’altare, inizia ad intonare un canto in latino! È un crescendo di disperazione che si conclude con un altro Schopp, con mani e piedi che sbattono all’improvviso e risvegliano i presenti dalla tranche in cui sembravano sprofondati nelle ultime 48 ore! È la fine dei riti della Settimana Santa. I vichesi si salutano, si scambiano gli auguri. Qualcuno va’ a mangiare una paposcia, qualcun altro va a bere un bicchiere di vino prima di tornare a casa. Per noi è stata un’esperienza unica, che non avremmo mai vissuto a Milano, una città che sembra lontana anni luce da Vico del Gargano, ma comunque parte di una Italia che rimane sempre il posto più bello del mondo per qualunque viaggiatore. Se siete diretti in Puglia, potrebbero inoltre interessarvi questi articoli dal nostro blog: Vieste: alla scoperta della perla del Gargano Abbiamo cenato da un vincitore di 4 Ristoranti  Vico del Gargano – I riti della Settimana Santa Cosa vedere a Ostuni, la città bianca della Valle d’Itria pugliese Alla scoperta di Monopoli: i nostri consigli su cosa fare e vedere

1 commento

  1. Qui in Piemonte il livello massimo di un evento religioso è un rosario davanti a un’edicola votiva, e l’unico rumore è quello delle vecchiette che sussurrano le preghiere… Per cui mi immagino che sia stato anche un po’ uno shock trovarsi in un contesto come quello Pugliese, così diverso a quello a cui siamo abituati più a nord. E’ un’esperienza che mi piacerebbe fare, anche se il momento in cui si spengono le candele e tutti sbattono mani e piedi è un po’ inquietante 😉

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