Quando pensiamo all’isola di Zanzibar, le prime immagini che ci vengono in mente sono il mare cristallino, le immense spiagge bianche, la natura incontaminata e i colori della fauna marina.
Lo ammettiamo, il motivo principale per cui abbiamo scelto questa isola come tappa per il nostro ultimo capodanno era la voglia di rilassarci e prendere tutto quel sole di cui non eravamo riusciti a godere in Nuova Caledonia, durante il nostro viaggio di nozze, quando la pioggia ci ha perseguitati quasi ininterrottamente per 22 giorni.
La nostra fortuna è stata notare per caso un foglietto scritto a penna appeso alla bacheca annunci del nostro villaggio, il Palumbo Beach Resort di Uroa. Un tour di mezza giornata in quad, alla scoperta della parte interna dell’isola. L’abbiamo fatto. E non avremmo potuto prendere una decisione migliore
Il tour è organizzato da Zanzibar Quad Adventure, una piccola società gestita da italiani espatriati nell’isola. Ci vengono a prendere con un servizio auto che recupera gli iscritti direttamente nei loro resort e li porta a Kiwengwa, nel quartier generale da cui di parte per l’avventura.
Dopo qualche minuto di attesa per sbrigare le formalità burocratiche ed imparare a guidare i mezzi…si parte!
Prima parte: la storia e le attività di Zanzibar
La parte iniziale del tour si svolge a metà tra la strada asfaltata e le piantagioni della zona settentrionale dell’isola: vediamo dei piccoli paesini, salutiamo gli abitanti, individuiamo le scuole e le moschee. Facciamo una prima sosta davanti ad un minimarket, dove compriamo qualche bottiglia d’acqua, ed una seconda in una strada sterrata, tra gli alberi di mango e i campi di mais.
La nostra guida, originaria della Tanzania, ci spiega che le tre attività principali di Zanzibar sono la pesca (per le aree più vicine al mare), l’agricoltura e il turismo. Gli italiani rappresentano il 70% dei turisti (ecco perché tutti parlano la nostra lingua!!), mentre nel rimanente 30% si trovano cechi, tedeschi, inglesi, sudafricani.
Ci dà alcune indicazioni sulla seconda tappa del nostro breve viaggio, poi ripartiamo.
Seconda parte: la vera povertà e i sorrisi dei bambini in un villaggio locale
Venti minuti più tardi ci fermiamo e scendiamo dai nostri quad. Siamo arrivati alla seconda tappa del tour, quella che ci lascerà il ricordo più bello e allo stesso tempo più straziante!
Si tratta di un villaggio locale, uno dei più poveri dell’isola, dove le case sono di fango, l’alimentazione si basa su frutta e riso e i bambini camminano a piedi nudi.
Quando arriviamo consegniamo alla capo villaggio i regali che abbiamo portato dall’Italia: quaderni, matite, penne e qualche vestito per i più piccoli. I bambini sono particolarmente agitati e non vedono l’ora di ricevere qualcosa. La nostra guida li fa mettere in fila e poi inizia la distribuzione.
Le scene che vediamo sono strazianti: la gioia nel tenere in mano una penna, i litigi per un quaderno, i pianti di chi ha paura di non ricevere niente…sono immagini che ci fanno stringere il cuore.
Dopo la consegna dei regali arriva il momento del giro per il villaggio: i bambini ci prendono per mano, perché, come ci ha spiegato la guida, per loro avere un “amico” bianco è un privilegio di cui si vanteranno con i coetanei e i compagni di scuola.
Ci mostrano le loro case, la famiglia, gli amici,… sempre con il sorriso sulle labbra, come se il fatto di avere niente non li sfiorasse, non avesse importanza. Ci sentiamo quasi in colpa perché non possiamo fare di più per aiutarli…
Quando li salutiamo prima di ripartire ci abbracciano, qualcuno gioca e si fa rincorrere, altri provano a fermarci e ci mandano dei bacini affettuosi.
Il nostro rientro al resort avviene nel silenzio totale: siamo in 6 e ognuno di noi è assorto nel ricordo di quei momenti, nelle emozioni che ha provato, negli sguardi di quei bambini, difficili da dimenticare.
Siamo tornati in Italia da due mesi, ma quella sensazione di impotenza ce la ricordiamo ancora.
Ogni tanto ci facciamo qualche domanda sull’importanza che diamo alle cose futili, come l’ultimo modello di smartphone, le scarpe di marca o la piega dalla parrucchiera… Poi veniamo riassorbiti nella frenesia della nostra vita e ci lasciamo trascinare dal mondo che abbiamo intorno.
Il consiglio che diamo a tutti è quello di provare, di vedere con i propri occhi e toccare con mano.
Se vi trovate su questa isola incantevole, non partecipate soltanto alle escursioni di mare. Anche se in pochi ne parlano, esiste anche un’altra Zanzibar!
Contattate Zanzibar Quad Adventure e partite! Sarà il ricordo più bello della vostra vacanza.
Zanzibar è un’isola fantastica per noi, nella nostra lista da tempo.
Chissà quando riusciremo a realizzare questo desiderio! 😀
Un consiglio: andate nella zona di Uroa, è la parte più bella e vera dell’isola